Incontro internazionale “Lo studio delle migrazioni: lo stato dell’arte”
Le migrazioni sono un fatto sociale che da sempre accompagna lo sviluppo delle società. Con il sorgere e l’evoluzione delle scienze sociali, le migrazioni sono diventate oggetto di studio per capire i fattori che le originano, le conseguenze prodotte nella vita dei migranti, nelle società di origine e di destinazione, le politiche più efficaci nel governare le migrazioni ed ottenere i migliori risultati per tutti coloro che ne sono coinvolti. Data la straordinaria complessità della realtà migratoria, nessuna disciplina sociale si è rivelata capace di esaurire la conoscenza di tutti gli aspetti insiti nel fenomeno migratorio.
La storia e la demografia si sono, da sempre, interessate ai movimenti di popolazioni sui territori. In seguito, queste scienze sono state coadiuvate dalla sociologia, dall’antropologia, dalla psicologia sociale, dalle scienze politiche, dall’economia, senza dimenticare la statistica. In altre parole, le migrazioni possono essere comprese soltanto con un approccio interdisciplinare.
Lo studio delle migrazioni si sviluppa a partire dalla fine del secolo XIX, con i primi tentativi in Inghilterra di teorizzare le migrazioni, e poi dalle ricerche della Scuola di Chicago, attenta alle conseguenze delle migrazioni sul paese di arrivo e quindi ai processi di inserimento sul territorio attraverso l’assimilazione. Vari istituti di ricerca sulle migrazioni sono sorti però soltanto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, periodo in cui cominciano ad essere pubblicate le prime riviste scientifiche dedicate alle migrazioni. Da allora, il progressivo coinvolgimento di molti Stati, o come paesi di origine, oppure come nazioni di transito e di destinazione, ha portato alla globalizzazione delle migrazioni e di conseguenza a un interesse più vasto da parte degli studiosi di scienze sociali.
Ai nostri giorni si contano molti istituti di ricerca dedicati alle migrazioni, in genere associati a facoltà universitarie, e alla pubblicazione di una quarantina di riviste scientifiche sulle migrazioni, senza contare i molti articoli che compaiono sulle riviste delle singole scienze sociali. Questa pletora di interventi richiede, ogni tanto, una riflessione per fare il punto della situazione, per capire dove si è arrivati e dove si sta andando.
La rete dei Centri Studi Scalabriniani (SMSC-Scalabrini Migration Study Centers), di cui è parte il CSER di Roma, ha iniziato la ricerca sulle migrazioni a partire dai primi anni Sessanta del Novecento. Attualmente, la rete conta sette centri distribuiti nei vari continenti e con sedi in alcune importanti città del mondo (CSER-Roma, CMS-New York, CIEMI-Parigi, CEM-San Paolo del Brasile, CEMLA-Buenos Aires, SMC-Manila e SIHMA-Cape Town).
Oltre alla ricerca, i centri pubblicano alcune stimate riviste scientifiche: Studi Emigrazione del CSER, International Migration Review del CMS, Migrations Société del CIEMI, Travessia del CEM, Estudios Migratorios Latinoamericanos del CEMLA, Asian and Pacific Migration Journal del SMC e African Human Mobility Review del SIHMA. La prospettiva globale della rete SMSC e il dialogo con i ricercatori in tutte le aree del mondo attraverso le riviste, consente loro di fare una valutazione sull’attuale ricerca in emigrazione e sulle prospettive possibili. A tale scopo, il CSER con tutta la rete SMSC organizza il 12 luglio un incontro internazionale di studio che vedrà la partecipazione dei direttori dei Centri scalabriniani e di altri studiosi per una valutazione dello stato dell’arte della ricerca in emigrazione.
Roma13/7/24
Edição Miguel Ahumada